08 Agosto – Vathi

Siamo a Vathi, in rada, assolutamente lontani dalla banchina, come al solito.

Baia di Vathi

Baia di Vathi

Filippo mi ricorda che già l’anno scorso mi aveva chiesto di andare in visita del Lazzareto, per cui saliamo sul tender e ci apprestiamo a colmare questa lacuna… Dell’antica struttura utilizzata per la quarantena e successivamente dai turchi come prigione, non rimane più nulla, distrutta dal terremoto del 1953. Ora tra i pini marittimi c’è solo una piccola chiesetta bianca, molto suggestiva.

Il Lazzareto

Il Lazzareto

Visita interessante al museo del folklore, dove sono esposti oggetti che vanno dall’ 800 ai primi del ’900. Arredamenti di interni, quadri, attrezzi agricoli e legati alla pastorizia o alla lavorazione del formaggio.

Museo del Folklore

Museo del Folklore

Museo del Folklore

Museo del Folklore

Museo del Folklore

Museo del Folklore

Degno di attenzione anche il piccolo museo archeologico, peraltro completamente gratuito. Esposti sono alcuni reperti provenienti da una necropoli vicino a Vathi ed alcuni oggetti votivi ritrovati durante gli scavi della grotta di Louizo.

Museo Archeologico di Vathi

Museo Archeologico di Vathi

Museo Archeologico di Vathi

Museo Archeologico di Vathi

Non rinunciamo alle nostre ricerche a sfondo archeologico e mitologico, per cui ci mettiamo alla ricerca della grotta e della spiaggia in cui Ulisse sarebbe stato lasciato dai Feaci assieme ai doni del re Alcinoo. Ci incamminiamo lungo la strada dal lato del paese in direzione del promontorio a Nord Ovest. Una faticaccia, ma la vista panoramica è favolosa!

Baia di Vathi

Ad un certo punto veniamo affiancati da un cane spinone con un vistoso fazzolettone rosso al collo. Anna come al solito non resiste dal fare le coccole al cane che subito apprezza. Veniamo accompagnati lungo il tragitto mentre attraversa la strada trafficata in un modo a dir poco disgraziato, incurante di moto e di auto. Arrivati ad un distributore la titolare ci osserva e divertita ci tranquillizza: E’ fatto cosi Kuciuba! così si chiama. Non dà retta a nessuno ed è un vero successo che ci segua! E’ un vagabondo, tutti lo conoscono sull’isola e difficilmente da confidenza. Finalmente arriviamo a Dexià, una spiaggia bellissima, dall’acqua cristallina e riparata dagli olivi. Della grotta, dove Odisseo ha lasciato i preziosi doni, nessuna traccia, nessuna indicazione, e ci guardano straniti i greci quando chiediamo loro delle informazioni. Boh! Mi piace immaginare che siamo arrivati in anticipo… maldestri viaggiatori del tempo. Kuciuba silenziosamente si allontana fiutando strade a noi sconosciute ed a noi non ci resta che godere di un bagno ristoratore…

Dexià

Dexià

Dexià

Dexià