Dopo due giornate trascorse a poltrire a Vassiliki decidiamo di raggiungere Assos. Siamo curiosi di visitare quella che viene considerata una delle chicche dell’isola di Cefalonia. Bisogna prestare un minimo attenzione alle previsioni visto che si risulta piuttosto esposti ai venti da ovest. I più blasonati siti meteorologici èer oggi indicano calma piatta. Lasciamo Vassiliki manovrando a vela, e manco a dirlo veniamo quasi subito abbandonati da Eolo, pazienza! Una volta giunti ad Assos, com’era da aspettarsi, il piccolo molo risulta già impraticabile e non ci resta che dare ancora e portare le cime a terra, proprio sotto la fortezza Veneziana. Le caratteristiche le case del villaggio fanno mostra dei loro vivaci color, come del resto la bella spiaggia con le sue acque trasparenti.
Programmiamo di scendere a terra per una visita e magari salire fino alla fortezza. Nel frattempo un catamarano di 70 piedi, alto come un palazzo prova a sistemarsi tra di noi e la barca olandese al nostro fianco.Ma perché proprio lì, con tutto lo spazio che c’è a disposizione? Mah, non riesco a comprendere queste prove di forza… che soffra di solitudine! Manovre al millimetro che procurano ansia al sottoscritto e agli sciagurati vicini, ma ci sta togliendo completamente la vista del paese! Il cielo si scurisce ed in lontananza si sentono i primi tuoni. Arriva la prima raffica, breve, secca, cattiva…. Alla seconda raffica il catamarano blocca le manovre di ormeggio, la signorina addetta alla cima di poppa ci strizza l’occhio e ci fa un breve cenno che se ne stanno andando. Il panzone con il rolex d’oro ha capito che non è aria. Un’altra violenta raffica traversa Katlen e ci ritroviamo paralleli alla costa rocciosa, l’ancora non tiene. Un rapido sguardo, e Filippo si getta in acqua a mollare le due cime a terra. In brevissimo tempo recupero cime e figlio e filiamo via mentre raffiche a più di trenta nodi spazzano l’acqua. Tutte le altre barche quasi all’unisono mollano gli ormeggi e si allontanano da quella che sta diventando una trappola.
Ma non doveva essere calma piatta? Cala la sera e non ho nessuna voglia di rimanere a verificare l’evoluzione del temporale e dirigiamo verso Fiskardo. Anche a Fiskardo ovviamente la situazione non è delle migliori, arriviamo proprio nel momento in cui decine di barche si stanno allontanando, una nuvola di api impazzite.
Ma dove vanno tutti? Di mettere le cime a terra non mi sfiora nemmeno l’idea, ci sistemiamo alla ruota non appena fuori del porto in un punto già testato un paio d’anni fa; siamo tutti un pò stanchini, meno male che il vento accenna a calare. La temperatura un po’ freschina della serata fornisce l’ispirazione alla nostra per una bella carbonara fumante. Buona notte!