Alle 7:30 lasciamo Nidri e ci dirigiamo verso il canale di Preveza. Nessuno a bordo proferisce parola, tutti si guardando attorno quasi ad assorbire ogni vibrazione di quella mattina dai colori sgargianti. I raggi del sole radenti fanno schizzare in mille sfumature i colori della macchia mediterranea, la temperatura non è ancora soffocante, sfiliamo le barche dei pescatori che stanno ritirando le loro reti…
Come tutte le altre volte, quando affrontiamo il lato nord del canale, prestiamo attenzione agli eventuali bassi fondali, ma non vi è nulla di cui preoccuparsi, anche perché il nostro pescaggio è piuttosto limitato…
…Da poppa sento il borbottio di un motore e lo sbattimento di una catena che viene recuperata. L’imbarcazione avanza lentamente sulla nostra destra, compie un arco allontanandosi per poi tornare tutta a sinistra fino a tagliarci la prua cinquanta metri più avanti. Rimango perplesso su quel recupero, ma al di là di ogni considerazione sono tranquillo perché avrò lasciato scorrere al massimo 20 metri della nostra catena…
…Ad un certo punto, proprio davanti alla nostra prua il cigolio della catena si smorza e si vede chiaramente che l’ancora sta sollevando una catena dall’acqua. Ma non è possibile ! non può essere la nostra catena, è troppo lontana la barca…