Risveglio lento, molto lento. Dopo la solita colazione greca ipercalorica scendiamo a terra con il tender. Ieri non abbiamo trovato posto in baia a Fiskardo, o meglio non avevo la grinta necessaria per lottare all’ultimo sangue per guadagnare qualche metro quadro in banchina. Ho avuto ancora modo di assistere a veri e propri assalti all’arma bianca ma non è nelle mie corde, piuttosto rimango in rada……… e se le signore brontolano, per quanto mi riguarda se ne devono fare una ragione. Fortunatamente l’equipaggio e la mia signora la pensiamo allo stesso modo. Bisogna proprio andare in porto? Con tutta quella confusione, usiamo il tender…. Fiskardo mantiene il suo fascino, non è la prima volta che la raggiungiamo e non mi stanco mai di apprezzarne le bouganville, le pergole e lo stile vagamente neocoloniale delle case sul porto.
Verso metà mattinata ci allontaniamo da Fiskardo, ma non facciamo molta strada, ci infiliamo in una piccola tranquilla baia tre miglia più a sud, Kakongilo. Cima a terra e scendiamo in esplorazione.